Giù nella tana dell'azzardo

tratto da "Giù nella tana del coniglio"
[b]GIOCO D’AZZARDO[br][/b]Il gioco d'azzardo, nel quale si scommettono somme più o meno grandi, era già noto agli antichi Romani, anche se non era approvato ed era ammesso solo durante il periodo dei Saturnali (antica festività in onore del dio Saturno), che si celebravano ogni anno, in origine, per un solo giorno (pare il 17 dicembre), poi, in età imperiale, per più giorni (forse quattro o cinque). Per il resto dell'anno il gioco era proibito e chi trasgrediva la legge veniva punito con un'ammenda che ammontava fino a quattro volte la posta in gioco. [br][br]Diffuso anche il gioco degli astragali, di origine antichissima, tanto che vengono persino nominati nell'Iliade di Omero; essi consistevano in ossa brevi, tratte dalle articolazioni delle zampe posteriori di capre o montoni, ed erano utilizzati dagli antichi come dadi per la loro particolare forma, che ricorda un po' quella cubica. [br][br]Al British Musuem di Londra è custodito un gruppo realizzato in terracotta che raffigura due fanciulle impegnate nel gioco degli astràgali, datato 330- 340 a.C.[br][br]Già ai tempi dei Romani quello dei dadi sicuramente era il gioco più diffuso: è tristemente famoso l'episodio del Vangelo secondo cui i soldati lo utilizzarono per dividersi tra di loro i vestiti di Gesù. [br][br]Il gioco dei dadi sostituì man mano quello degli astragali il cui uso si perse nel tempo, anche se non conosciamo il periodo esatto. [br][br]Una curiosità: secondo la tradizione greca antica fu Palamede, re di Eubea, ad inventare i dadi da gioco durante la guerra di Troia. L'immagine a fianco rappresenta Achille e Aiace giocano ai dadi, (particolare di un vaso greco del VI a.C. conservato presso i Musei Vaticani). [br][br]Nel corso dei secoli, comunque, sia la Chiesa che lo Stato vietarono con leggi e bandi la pratica del gioco, non tanto per il gioco di sorte in sé, quanto per i vizi “indotti” che lo accompagnavano: la bestemmia e il bere combattuti soprattutto dalla Chiesa, mentre lo Stato si preoccupava dello sperpero dei beni posseduti dai giocatori e dei crimini in cui spesso erano coinvolti. [br][br]Ciononostante, il gioco d'azzardo (dall'arabo [i]al zhar [/i],dado, più precisamente [i]zhar [/i]è il fiore d'arancio dipinto sul dado) fu per molti secoli il passatempo preferito, anche perché non esistevano tanti modi di divertirsi: molti frequentavano i teatri, ma sicuramente il gioco d'azzardo attirava tutti, dal nobile all'uomo del popolo. E i giochi andavano dai già nominati dadi, alla morra, alle carte, alla “zara”, menzionato persino da Dante nel VI Canto del Purgatorio quale similitudine tra se stesso e i partecipanti a tale gioco. [br][b][br]IL GIOCO D’AZZARDO OGGI [br][/b][br]Giocare alle lotterie può essere divertente, ma bisogna sapere che tutte le lotterie e i giochi d’azzardo non sono mai equi. Per esempio nel SuperEnalotto la probabilità di fare 6 è1/622.614.630, quindi il gioco sarebbe equo se il primo premio raggiungesse la cifra di 311.307.315 euro (più di 300 milioni!). [br]In realtà i premi raggiungono cifre nell’ordine della decina di milioni di euro. Anche in un casinò le vincite non sono calcolate in modo equo. E’ chiaro che chi organizza il gioco fissa le vincite tenendo conto del calcolo delle probabilità e fa in modo che la speranza matematica del giocatore sia negativa. Su un grande numero di giocate è molto probabile una perdita dei giocatori sufficiente a coprire le spese a garantire un profitto.[br][br]Il link sottostante contiene più file inerenti alla versione di Lulu hawaiian associata a un "guadagno/perdita", calcolato in base al punteggio ottenuto lanciando i dadi.[br][br][url=https://drive.google.com/drive/folders/1mEyE7UGMWY0haW747UFC5iM8EtIs3zwY]https://drive.google.com/drive/folders/1mEyE7UGMWY0haW747UFC5iM8EtIs3zwY[/url][br][br]

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